“La risata è il fenomeno più sacro che esista sulla terra, poiché essa è la vetta più alta della consapevolezza”. Bhagwan Shree Rajneesh

Il sorriso da sempre viene considerato il palcoscenico dei moti interni e segreti dell’animo umano, svela felicità, divertimento, seduzione, autocompiacimento, astuzia, soddisfazione, ma anche commiserazione o incertezza e, a volte, disagio. Il sorriso viene anche valutato come un mezzo efficace nella comunicazione sociale, nei rapporti interpersonali e, ultimamente, è ritenuto un valido strumento per la cura dell’animo umano.
Sfogliando il grande album dell’Arte classica, medievale, moderna e contemporanea ritroviamo tanti di questi sorrisi, resi immortali dagli artisti, e per ognuno di essi -delle loro peculiarità, del loro fascino e soprattutto del loro significato- potremo stendere fiumi di parole.
Gli incontri intendono esporre un excursus, attraverso le immagini di volti resi eterni della grande Arte e dai più famosi artisti, di quello che si ritiene possa essere utilizzato, tra le altre cose, come una valida arma di bellezza: il sorriso della seduzione.


Continua la rassegna di storia dell’arte “ L’Arte e il Genio Ribelle ” a cura della docente ArteM Prof. Elena Moroni. L’appuntamento previsto per domani sera 21/01/2011 a partire dalle ore 20,30 sarà con la vita e le opere di due grandi artisti Gustav Klimt e Egon Schiele .

Grande artista espressionista austriaco di primo Novecento, Egon Schiele (1890-1918) ha le sue basi nel clima simbolista della Secessione viennese e nell’arte di  Gustav Klimt (1862-1918) che divenne per lui un modello  da venerare per tutta la vita. Infatti, invece di una rappresentazione naturalistica dei corpi e di una tecnica di pittura spaziale, fece propri i principi formali klimtiani, che avevano portato in primo piano l’erotismo e la figura del corpo della donna, contribuendo così a creare l’immagine di “femme fatale”che scandalizzò la buona società viennese.

Continua la rassegna di storia dell’arte “ L’Arte e il Genio Ribelle ” a cura della docente ArteM Prof. Elena Moroni. L’appuntamento previsto per domani sera 14/01/2011 a partire dalle ore 20,30 sarà con la vita e le opere del grande artista Vincent Van Gogh .

Non saprei dire cos’è che mi chiude, mi imprigiona, sembra seppellirmi, ma ho una sensazione come di sbarre, di inferriate, di muri”. Questo è ciò che Vincent Van Gogh (1853-1890) scriveva al fratello Theo in una delle tante lettere a lui inviate nell’ultimo periodo della sua vita. Questo grande e universale artista seppe riversare nelle sue opere tutta la sua complessa interiorità, attraverso “una pienezza cromatica e un’intensità espressiva così diretta e piena di forza comunicativa, che sembrano rispecchiare la figura di uomo profondamente ferito dalla vita”. Il suo stato di perenne conflitto e tensione della ricerca, se non furono certo causa della malattia, contribuirono però a creare il terreno sul quale ebbe luogo la sua tragedia.