Poesie di Ambra Dominici

LE STELLE

e se fossero sulle nostre spalle le stelle
brucerebbero la notte che ci opprime
la terra collasserebbe
e oltre la nostra mente non sarebbero più i sogni
ma a baciarci sul collo
per farci cedere le gambe
come un amante che dal basso ci solleva.

 

AL LIMITARE

Camminiamo tra le prime nubi del mattino
e in esse riponiamo le nostre oscurità,
vi filtriamo attraverso
e irradiamo lo scorcio
che ci mostra di spalle
al limitare della segale e lo strapiombo.

 

SENTO

Il terreno molle trafitto dal leccio
una goccia di pioggia sul ciglio d'una nube
la sua bocca
e quell'identica traccia di rossetto
e sopra ogni cosa

il rumore dell'Universo
al mercato di sabato mattina.

 

MADRE PERDONA

Madre perdona
io non t’ho vista mano premuta sul ventre
ma cercavo i tuoi segni sulla nuda parete
che era il tuo sguardo
ora verde foresta
ora grigia caverna.
Perdona la foga di nascere,
di farmi seccare il sangue e la cicatrice del taglio,
ma la voglia sotto al mio seno è la stessa
di quando hai cucito i miei lembi coi tuoi capelli,
la tua voglia distratta di farmi più bella.

 

NON MI SEPARO

Non mi separo
legata alle mie gambe
dalla pelle del mondo.

 

HO SCRITTO UN VERSO

Ho scritto un verso di ritorno dal vento
sulla foglia immobile e il ramo che tiene
ma ne ho fatto un’estate intera a seccare
e chiedo alla pioggia di scrivermi ancora
a rendere al verso la linfa del ramo
che la foglia sostenta e muove nel vento.

 

IL VENTO

Tra quelle strade spolverate dal vento non potevi trovare traccia delle ombre di ieri.
Puniti dal tempo gli alberi cadevano con le ossa spezzate.
Sconfitti.
Disperse per campi sconosciuti le foglie.
Cacciate.
Scomposte s’agitavano scatole e buste.
Il silenzio sbatte e lamenta.
Le fiamme cadevano al soffio.
Perduto il calore e pure la luce.
All’alba il vento le nubi muta e tormenta
un volto deforme e rosso che grida
e pensi, riparandoti gli occhi,
meglio rincorrere il sangue per vene dove il Maestro non sradica il sentiero.