Museo Poldi Pezzoli di Milano

Sappiamo che esistono varie tipologie di museo che si distinguono non solo in base alle raccolte di oggetti che espongono ma anche per significati giuridici precisi che vengono ad essi attribuiti. Nel caso di una Casa-Museo ci troviamo di fronte all'abitazione di una grande personalità storica di cui si conservano cimeli , arredi, opere, e la cui disposizione allestitiva è stata "suggerita" in gran parte dallo stesso proprietario come specchio della sua fortuna collezionistica alto-borghese. Uno dei casi più eccellenti lo possiamo sicuramente riconoscere nel Museo Poldi Pezzoli di Milano.

logo poldi pezzoliIl visitatore è fin da subito introdotto all'interno di uno spazio intimo ed elegante, dove è impegnato allo stesso tempo a riconoscere e identificare produzioni artistiche fattuali di singolare rilievo storico ed estetico, e dove si percepisce come gli ambienti siano appositamente stati modellati per accogliere gli oggetti d'arte esposti. La casa-museo venne aperta al pubblico in occasione dell'esposizione nazionale di Milano (1881), e due anni dopo la morte del suo fondatore, il nobile Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822-1879). Collocato in un posizione centrale della città, vicinissimo al Teatro Scala, questo museo rappresenta a tutti gli effetti la dimensione del fasto di tardo '800 che si respirava in alcune dimore, e dove la scelta storiografica romantica tende a predilige un ritorno al passato che si rispecchia negli allestimenti e arredi dell'epoca. Gian Giacomo si era dedicato in vita alla sistemazione del suo appartamento, allestendo una sequenza di sale ispirate ai diversi stili del passato (barocco, medioevo, primo rinascimento, rococò), gli ambienti avevano decorazioni moresche e neogotiche realizzate da artisti tra cui l'allora scenografo della Scala. Ad ogni sala corrispondevano oggetti contemporanei al tema storico scelto e al godimento del proprietario. Preziose raccolte di dipinti dal Trecento all'Ottocento, sculture, armi, vetri, orologi, porcellane, tappeti e arazzi, mobili ed oreficerie, si fondono in uno straordinario insieme, donato ad "uso e beneficio pubblico".

I bombardamenti distrussero nel 1943 parte del palazzo che fu riaperto al pubblico nel 1951. Le successive innovazioni museografiche hanno risposto perfettamente all'esigenza di ospitare nuove e importanti donazioni. Il salone dorato è stato allestito nel 1974 e la nuova sala d'armi a pian terreno, aperta nel 2000 è stata progettata dall'artista Arnaldo Pomodoro. In quest'ultimo ambiente, l'effetto scenografico domina incontrastato e allo stesso tempo viene percepito come un'unità fortemente specifica e individuata nel percorso del museo. Una nota non del tutto positiva, la si può individuare nell'alternanza delle pareti bianche con il bronzo degli oggetti, e come la ripetizione minimamente variata rende un po' indistinta la lettura dei pezzi.

L'attuale allestimento rispecchia solo in parte la primitiva casa. Gli interventi di diversi architetti contemporanei chiamati ad allestire le raccolte, rendono piuttosto disomogenea l'immagine complessiva della dimora. Uno dei più recenti e discussi interventi è stato quello realizzato da Caputo e Torricella per la collezione delle oreficerie esposte nell'ex stanza da bagno (oggi Sala degli Ori, 2006-2007), ambiente piccolo e di passaggio. Gli architetti ispirati dal disegno a pianta ellittica con motivi scalettati del pavimento, ricreano un diamante di luce bianco che si ripete per tre metri di altezza. Capita così che la bianchezza e la forte luce che esce dalle vetrine, tenda a rendere i piani espostivi quasi evanescenti e che gli oggetti risultino fluttuare nel vuoto. Positivo resta il fatto che in questo modo gli oggetti risultano essere perfettamente leggibili da molti punti di vista.
Oggi ritroviamo allo stesso modo le coordinate ideative del progetto museale. Lo scalone e la camera da letto sono in stile barocco, l'anticamera in stile rocaile francese, mentre la Sala Nera è in stile del primo rinascimento e il gabinetto di studio in stile del Trecento.

Oltre agli oggetti che arredano le sale, occorre ricordare che il Poldi Pezzoli è anche un'importantissima quadreria, con tele dal XIV al XVIII secolo, e accoglie capolavori di maestri quali: Andrea Mantegna , Giovanni Bellini, Piero della Francesca, Sandro Botticelli, Lorenzo Lotto, Giambattista Tiepolo e moltissimi altri.

Particolarmente azzeccata risulta essere la scelta del logo, riconoscibilissimo, con la sagoma di una delle opere conservate all'interno: Ritratto di Nobildonna, (1470) di Antonio del Pollaiolo.

Davvero un'opera d'arte totale che lascia incantati. Un museo da visitare assolutamente!

 

Per info: www.museopoldipezzoli.it

www.googleartproject.com/it/collection/museo-poldi-pezzoli